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Storia di Spoleto
Mura Ciclopiche Teatro romano Rocca Albornoz Spoleto

Umbri e Colonia romana

Spoleto è centro abitato fin dalla preistoria. Le prime testimonianze di insediamenti risalgono almeno all'età del bronzo finale (XII-XI secolo a.C.): i reperti di maggiore interesse sono venuti alla luce alla sommità e sui pendii del colle Sant'Elia, dove molti secoli più tardi sorgerà la Rocca albornoziana.

Durante l'età del ferro Spoleto fu uno dei maggiori centri umbri, in posizione dominante sulla valle umbra. Rimangono numerose sepolture ad inumazione con ricchi corredi databili al VII-VI secolo a.C. e le mura poligonali del V-IV secolo a.C., dette mura ciclopiche, costituite da enormi massi di pietra calcarea in forma poligonale.

Divenne colonia romana nel 241 a.C. con il nome di Spoletium e si mantenne sempre fedele a Roma, in special modo durante le guerre puniche, non soltanto respingendo Annibale dopo la sua vittoria al Trasimeno (217 a.C.), ma soprattutto nel periodo critico successivo a quel lungo conflitto.

Nel 43 a.C. vi sostò Ottaviano, prima della battaglia di Modena, officiando un sacrificio rituale presso uno dei tempi della città.

 

Ducato di Spoleto

Agli inizi del V secolo si sa che risiedeva a Spoleto il senatore romano Giulio Naucellio.

Abbellita da Teodorico, che fra il 507 e il 511 pose mano al restauro della città e alla bonifica della valle in larga parte impaludata, e da Belisario (536), Spoleto fu espugnata da Totila (545) e restaurata da Narsete che, dopo il 553, intraprese il ripristino delle mura.

Sotto i Longobardi Spoleto fu capitale dell'omonimo ducato, proiettando l'influenza politica della città su un vasto territorio dell'Italia centro-meridionale, fino al ducato di Benevento.

Caduti i Longobardi, il ducato passò ai Franchi. Quando l'impero carolingio fu smembrato, i duchi di Spoleto, Guido III e suo figlio Lamberto, si spinsero alla conquista della corona imperiale (889).

 

Stato pontificio

Nel 1155 Spoleto, "munitissima città, difesa da cento torri" fu, secondo la tradizione, distrutta da Federico Barbarossa.

Contesa poi tra l'Impero e la Chiesa, fu a questa aggregata da Innocenzo III nel 1198 e, definitivamente, nel 1247. Funestata da conflitti tra Guelfi e Ghibellini, fu riappacificata dal cardinale Egidio Albornoz (egli, nel 1359, diede inizio ai lavori di costruzione della Rocca come sede dei governatori della città); fu assicurata alla Chiesa e fatta centro importante dello Stato pontificio, che le mandò autorevoli governatori, tra cui anche Lucrezia Borgia (1499).

Dal Rinascimento in poi, Spoleto si trasformò progressivamente da centro prevalentemente strategico a centro culturale, con la fondazione dell'Accademia degli ottusi (oggi Accademia spoletina). Seguirono periodi di splendore e di decadenza. I papi, Urbano VIII e Pio IX erano stati rispettivamente Vescovo ed Arcivescovo di Spoleto.

Durante l'occupazione francese nel periodo napoleonico, Spoleto fu capoluogo prima del dipartimento del Clitunno e poi di quello del Trasimeno, per la sua prossimità ai territori montani confinanti con il Regno di Napoli, e perciò esposti alla penetrazione del brigantaggio, che consentiva un più agevole controllo territoriale.

La Restaurazione (1814) la fece sede di una delegazione pontificia sino alla Unità d'Italia.

 

L'unità d'Italia

Il 17 settembre 1860, le truppe del generale piemontese Filippo Brignone entrarono a Spoleto, sottraendo la città allo Stato pontificio. Successivamente, con il plebiscito del 4 novembre 1860, che coinvolse Marche e Umbria, Spoleto fu annessa al Regno d'Italia.

Dopo l'unità, il nuovo stato italiano privilegiò Perugia come capoluogo di una vastissima provincia, che inglobava anche il territorio spoletino e si estendeva fino alla Sabina, relegando quindi Spoleto ad un ruolo di secondo piano.

Infine, con la successiva promozione di Terni a capoluogo di provincia, nel 1927, Spoleto ha finito per perdere definitivamente il suo antico ruolo di centro politico-amministrativo dell'Umbria meridionale.